VIA DEGLI ALBANI
La via si stacca a sinistra di via Suardi. Dopo un breve tratto supera una roggia e si allarga in un ampio spiazzo alberato circondato da alti condomini. Da questo punto, e fino alla confluenza con via Alberico da Rosciate, la via è privata e accessibile in auto solo ai residenti.
Prima della roggia, sulla destra, si affaccia l’edificio che fino ad alcuni anni fa ospitava una caserma dell’unità “Legnano” dell’ Esercito.
I personaggi: gli Albani
La via è intitolata alla famiglia bergamasca Albani. Tra i suoi membri spicca Gian Girolamo, vissuto nel XVI secolo, famoso per la cosiddetta “Sacrilega Faida”: un sicario degli Albani uccise, in Santa Maria Maggiore, Achille Brambati, attirato lì dalla promessa di riappacificazione tra le due famiglie divise da odio secolare. Gian Girolamo venne per questo condannato all’esilio con tutta la famiglia ma ottenne ben presto la grazia e, rimasto in seguito vedovo, venne nominato addirittura Cardinale da Papa Pio V.
Anche la figlia di Gian Girolamo, Lucia, ha una certa fama essendo stata una delle poche donne italiane autrici di poesie ad essere apprezzata già dai contemporanei.
Della stessa famiglia si ricorda Giovanni, che nell’agosto del 1675 guidò una delegazione di nobili bergamaschi a Venezia per rendere omaggio al nuovo Doge Nicolò Sagredo.
VIA ALBERICO DA ROSCIATE
Si stacca a destra di via Santa Caterina e , dopo una breve strettoia rimasta tale perchè considerata parte di borgo antico, si allarga e procede tra diversi palazzi piuttosto alti. Sul lato sinistro c’è il raccordo con via degli Albani e subito dopo un parcheggio pubblico; sul lato destro ci sono gli ingressi del liceo Mascheroni e di alcuni uffici della Provincia. Al suo termine la via lascia a destra via Maglio del Rame e prosegue a sinistra fino all’incrocio con via Suardi, oltre il quale comincia via Noli.
Il personaggio: Alberico da Rosciate
Nato a Bergamo intorno al 1290, discendente di una famiglia di giureconsulti di Rosciate (BG), studiò prima a Bergamo e poi a Padova dove si laureò come avvocato.
Dopo soggiorni a Bologna e Roma, tornò a Bergamo dove compilò gli statuti cittadini per Giovanni di Boemia prima e per i Visconti poi. Svolse anche la funzione di ambasciatore presso la corte papale di Avignone perorando le cause di Bergamo e delle altre città lombarde.
Lasciò molte opere nel campo dell’interpretazione e del commento dei codici e delle disposizioni legislative, oltre ad un dizionario lessicale e un vocabolario di diritto.
Morì a Bergamo il 14 settembre 1354 e fu sepolto, per un certo periodo e fino alla sua soppressione, nella chiesa dei Celestini per poi essere spostato in Santa Maria Maggiore dove oggi è ricordato con due lapidi, una in latino ed una in italiano.
VIA GIOVANNI ANTONIO AMADEO
E’ la breve via che con una leggere curva a destra congiunge via Suardi con via Codussi. Sul lato sinistro è fiancheggiata dal grande spazio dove fino a pochi anni fa sorgeva la caserma “Li Gobbi”, mentre sul lato destro è situata la caserma del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. E’ una via poco trafficata, con poche abitazioni e quasi nessuna attività commerciale.
Il personaggio: Giovanni Antonio Amadeo
Nato a Pavia nel 1447, scultore e architetto, fu uno degli artisti più significativi del Rinascimento lombardo: lavorò alla Certosa di Pavia, all’Ospedale Maggiore e al Duomo di Milano e soprattutto al complesso architettonico della cappella Colleoni a Bergamo. Nel 1470 lo stesso Colleoni gli commissionò il sarcofago per la figlia Medea, morta prematuramente , collocato inizialmente nel Santuario della Basella a Urgnano.
Nel 1472 ancora il Colleoni gli commissionò il proprio mausoleo dove il condottiero fu sepolto alla sua morte avvenuta nel 1475.
VIA CRISTOFORO BAIONI
La Via è un tratto della “Strada della Valle Brembana” che, partendo dal cosiddetto “Ponte di Santa Caterina”, si snoda da Via Nazario Sauro fino al Morla, passando per via Baioni, via Ruggeri da Stabello fino alla S.S. 470. Via Baioni tuttavia appartiene alla Parrocchia di Santa Caterina solo fino ai civici 13 e 14.
La via è fiancheggiata da vecchie case, per la maggior parte oggi rimodernate, ed esercizi commerciali. Da qui si ha una bella vista sul fianco orientale di Città Alta di cui si distinguono il complesso di Sant’Agostino, la Fara e la Rocca.
Il personaggio: Cristoforo Baioni
Cristoforo Baioni visse nel XVII secolo. Fu uno scienziato bergamasco, cultore degli studi sull’agricoltura e inventore di un “Metodo per far migliorare e conservare il vino”. Presso la propria abitazione costituì una Accademia Letteraria Scientifica Musicale.
VIA FRANCESCO BARACCA
E’ una via laterale sinistra di Via Nazario Sauro che da qui sale con una forte pendenza verso il complesso di S. Agostino. Fiancheggiata da villette e bassi condomini, è sbarrata alla fine da una proprietà privata.
Il personaggio: Francesco Baracca
Nato nel 1888 a Lugo di Romagna, divenne famoso durante la Prima Guerra Mondiale. Durante il conflitto, come pilota da caccia aerea, si distinse per l’abbattimento di 34 velivoli nemici ma fu infine abbattuto a sua volta dagli austriaci nel 1918 durante la Battaglia del Piave.
VIA CESARE BATTISTI
E’ una via non molto lunga ma importante e trafficata. Va da piazzale Oberdan a via San Giovanni e viale Muraine.
Da un lato è fiancheggiata da edifici residenziali e attività commerciali, oltre che dal parco Suardi; dall’altro lato un viale pedonale alberato divide la via da un grosso parcheggio e da via Pitentino che le scorre parallela. Su questo lato è presente anche il Palazzetto dello Sport.
Il personaggio: Cesare Battisti
Nato a Trento il 4 febbraio 1875, è stato un fervente irredentista che si battè per l’italianità del Trentino, anche in qualità di deputato socialista alla Camera di Vienna. Allo scoppio della Grande Guerra si stabilì a Milano che divenne la base per la sua propaganda interventista.
Il 5 novembre 1914 tenne a Bergamo, all’ allora Tetaro Nuovo oggi Donizetti, un famoso discorso che entusiasmò il pubblico presente. Quando l’Italia entrò in guerra contro l’Austria, si arruolò nel V Reggimento Alpini ma il 10 luglio 1916 fu fatto prigioniero dagli austriaci sul Monte Corno (TN), processato, condannato per alto tradimento (essendo cittadino austriaco) e impiccato a Trento.
VIA BEZZECCA
E’ la breve via che si stacca da via Milazzo, attraversa via Lesbia Cidonia e termina a fondo chiuso sul fianco dell’ex complesso industriale Reggiani. Presenta la ricorrente conformazione delle vie che compongono il Quartiere Finardi.
Il luogo: Bezzecca
E’ un piccolo centro della Val di Ledro, in Trentino. Qui, il 21 luglio 1866, nell’ambito della III^ Guerra di Indipendenza, 10mila volontari guidati da Garibaldi si scontrarono con l’esercito austriaco: fu una battaglia molto dura, durante la quale lo stesso Garibaldi fu ferito ad una gamba, ma che si concluse con la ritirata austriaca.
Dopo questo scontro i garibaldini marciarono alla volta di Trento per strapparla all’Austria, ma furono fermati dall’ordine di ritirarsi dato in seguito alla firma dell’armistizio, al quale Garibaldi rispose con il celebre “Obbedisco!”.
Le vittorie sul fronte trentino furono le uniche riportate dagli italiani durante il 1866, anno contrassegnato dalle tragiche sconfitte a Custoza e Lissa.
Ancora oggi la piazza principale di Bezzecca è intitolato all’ “Obbedisco!” pronunciato da Garibaldi.
VIA BIANZANA
Inizia da via Corridoni e si conclude al rondò del Largo Decorati al Valor Civile. E’ fiancheggiata da diversi bassi edifici residenziali e da una grossa rivendita di pesce da una parte e da un imponente complesso industriale in disuso dall’altra. E’ proprio quest’ultimo lato ad attenere alla parrocchia di Santa Caterina.
La via è intersecata a sinistra dalle vie Gian Battista Rota (archeologo e storico), Giuseppe Ronchetti (storico) e Bianzanella, di fronte alla quale inizia Via Carlo Serassi.
Il nome: Bianzana
I toponimi terminanti in “-anum” risalgono all’epoca romana e sono riconducibili alle famiglie originarie proprietarie dei fondi. Esempi di ciò sono Lurano, Mariano, Spirano,ecc…tra questi troviamo Bianzano, in latino Blandianum, dalla famiglia dei Blandii.
E’ quindi molto probabile che Bianzana derivi da tale famiglia nobiliare, così come il nome Bianzanella.
VIA FRATELLI BRONZETTI
E’ la via che si stacca dalla confluenza tra le vie S. Caterina, Suardi e Corridoni, raggiunge con una curva a destra via Codussi e prosegue poi con via Ghislandi. Dopo la curva ha inizio via F.lli Cairoli e poco dopo via Giovanni da Campione.
La via, costeggiata da diversi edifici residenziali e da alcune attività commerciali, è una sorta di circonvallazione interna che collega Borgo Palazzo con l’accesso alla Valle Seriana, ma il traffico non risulta eccessivo.
I personaggi: Fratelli Bronzetti
La via prende il nome dai Fratelli Narciso e Pilade Bronzetti, patrioti del Risorgimento italiano.
Il maggiore, Narciso, nato a Cavalese (TN) nel 1821, disertò dall’esercito austriaco nel 1848 per unirsi ai cacciatori mantovani della “Carlo Alberto” insieme ai quali combattè sotto le mura di Mantova.
Nel 1849 partecipò alla difesa di Roma insieme a Luciano Manara e nel 1859 insieme ad un manipolo di soldati conquistò Seriate (BG), difesa da 1500 soldati austriaci. Il 15 giugno dello stesso anno fu ferito durante la battagli di Treponti (BS) e due giorni dopo morì a Brescia dove era stato ricoverato.
Il fratello minore, Pilade, nato a Mantova nel 1832, partecipò insieme al fratello alla difesa di Roma del 1849 e nel 1859 fu tra i Cacciatori delle Alpi di Garibaldi a Varese e San Fermo (CO).
Nel 1860 raggiunse la Sicilia insieme a Garibaldi con la spedizione Cosenz, combattendo fino alla grande battaglia del Volturno quando fu ferito mortalmente.
VIA BORGO SANTA CATERINA
E’ la via principale del Borgo, si snoda con larghe curve dal Piazzale Oberdan, ancora oggi conosciuto come “Ponte di S. Caterina”, fino a via Suardi. Sulla sinistra si staccano le vie Celestini, Garbelli e Gasparino da Barzizza, oltre alla piazzetta del Santuario; dalla destra partono le vie Alberico da Rosciate e Longo.
Sulla via si affacciano diversi edifici degni di nota: al civico 10 la Chiesa Parrocchiale opera di Giovan Battista Caniana e consacrata nel 1738; al civico 33, di fronte alla via dei Celestini, l’edificio noto col nome di Oratorio di San Giuseppe, adibito un tempo a luogo sacro dove si svolgeva il Catechismo per gli uomini. Soppresso nel 1809, ospita oggi attività commerciali; la piazzetta del Santuario al civico 68; ai civici 41 e 43 un portale del ‘300 dava accesso all’Ospizio delle Convertite che rimase in funzione fino ai primi del ‘900.
Anticamente noto come “Vicolo Plauriano” o “Plorzano”, dal nome di una nobile famiglia romana, il Borgo fu sempre esterno alla cinta muraria, ma per la sua particolare posizione conobbe da subito una certa floridità: essendo punto d’accesso alle valli Brembana e Seriana provenendo dalla città, era luogo di intenso traffico e attività commerciali come negozi, alloggi, fornaci, officine e filatoi. Queste ultime attività erano favorite anche dalla presenza di diverse rogge. Proprio da questa intensa attività commerciale deriva probabilmente il titolo di “Borgo d’Oro”.
Il personaggio: Santa Caterina
Secondo la tradizione, Santa Caterina, figlia di un principe di Alessandria d’Egitto vissuta tra il III e IV secolo d.C. , era dotata di eccezionali bellezza, intelligenza e cultura e per questo rifiutava tutti i pretendenti al matrimonio considerandoli non alla sua altezza. Un giorno incontrò un eremita cristiano che le profetizzò la visione dello sposo degno di lei, Gesù Cristo. Così Caterina si avvicinò al cristianesimo e ne fu conquistata, tanto da diventarne una fervente divulgatrice proprio nel periodo delle persecuzioni ai cristiano ad opera di Diocleziano alla fine del III secolo d.C.
Quando ad Alessandria arrivò l’Imperatore Massenzio, Caterina affrontò accese discussioni con i sostenitori degli dei tradizionali e per questo fu imprigionata e successivamente condannata a morte col supplizio della ruota. La tradizione vuole che ne uscì incolume per il miracoloso spezzarsi della ruota e a questo punto venne decapitata e il suo corpo trasportato sul monte Sinai. La Santa fu considerata protettrice di filosofi, mugnai, carrai e vasa, nonché delle modiste.
L’iconografia rappresenta la Santa con la palma del martirio e la ruota spezzata, ed è per questo comunemente conosciuta come Santa Caterina della ruota. La sua festa ricorre il 25 novembre.
VIA LUIGI BRIGNOLI
E’ la via che si stacca da via Cesare Battisti all’altezza del civico 7, proseguendo per un breve tratto con due svolte a sinistra e destra per poi terminare a fondo chiuso.
Circondata da parecchio verde e fiancheggiata da piccoli condomini e villette, è una via privata.
Il personaggio: Luigi Brignoli
Pittore, nato a Bergamo il 18 aprile 1881, fu allievo del Loverini all’Accademia Carrara. E’ stato un noto ritrattista e illustratore di ambienti, con preferenza per quelli esotici, africani e spagnoli in particolare. Realizzò anche diverse scene di carattere storico.
Nel 1927 fu chiamato a succedere al suo maestro Loverini alla direzione dell’Accademia Carrara, attività che lasciò spontaneamente tre anni più tardi per tornare a dedicarsi alla realizzazione di ritratti.
Morì a Bergamo il 22 ottobre 1952.
VIA FRATELLI CAIROLI
Già via Umberto I, parte da via Suardi e finisce in via F.lli Bronzetti. E’ tipicamente residenziale, con parecchio verde e poche attività commerciali. Sulla via si affaccia un complesso di case popolari del 1912, che veniva chiamato “il paesetto” per la sua tipicità.
I personaggi: fratelli Cairoli
I cinque fratelli Cairoli, originari della provincia di Pavia, furono tutti figure importanti del Risorgimento. Benedetto, il maggiore, combattè con Garibaldi in diverse battaglie e fu tra i Mille in Sicilia. Nel 1878, per difendere il Re, fu ferito a Napoli dall’anarchico Passante. Fu deputato e capo del governo italiano e morì a Napoli nel 1889. Il secondogenito Ernesto morì in battaglia a Varese a 27 anni; il terzo, Luigi, partecipò alla seconda spedizione in Sicilia dove morì a 22 anni. Il quarto, Enrico, affiancò Garibaldi in diverse spedizioni da nord a sud e infine morì, a 27 anni, nella battaglia di Villa Gori a Roma; infine Giovanni, ufficiale dell’Esercito Regio, fu anch’esso ferito a Villa Gori e morì due anni dopo a Pavia per le ferite riportate. Tutti i fratelli sono seppelliti nella provincia di Pavia, a Gropello.
VIA GIOVANNI DA CAMPIONE
E’ la breve via che si stacca a destra di via Suardi e finisce in via F.lli Bronzetti. Il lato destro fiancheggia la ex caserma “Li Gobbi”, mentre quello sinistro è occupato dal complesso delle case popolari.
E’ una via poco trafficata, con un parco pubblico, poche attività commerciali e alcuni edifici residenziali non molto alti.
Il personaggio: Giovanni da Campione
Giovanni da Campione fu un noto “maestro campionese”, cioè uno dei costruttori e scultori che operavano in Lombardia e Veneto fino alla fine del ‘400.
A Bergamo rimangono diverse tracce del suo genio artistico: il Battistero, risalente al 1340; le porte settentrionali verso Piazza del Duomo della Basilica di Santa Maria Maggiore con la sovrastante statua di Sant’Alessandro, costruite tra il 1351 e il 1353; la porta meridionale della stessa basilica, risalente al 1360.
Queste opere sono chiaramente da attribuire a Giovanni da Campione per la firma che lasciava incisa: Maestro Giovanni da Campione cittadino bergamasco fece quest’opera.
L’artista si dichiarava cittadino bergamasco pur non essendo nato in città, ma vi operò a lungo lasciando opere ancora oggi ammirate e studiate.
VIA DEI CELESTINI
Congiunge via Santa Caterina a P.le Olimpiadi. Dal lato sinistro si staccano le vie F.lii Rosselli e Dorando Pietri, tra le quali è situato il parco Rosselli fiancheggiato da un piccolo tratto di roggia scoperta. Oltre la roggia si estende il complesso dei Celestini, identificato dal caratteristico campanile.
Dal lato destro si staccano la via al Santuario dell’Addolorata e via Caffaro.
La via è sede di due importanti istituzioni parrocchiali: l’oratorio, dedicato a San Giovanni Bosco e San Domenico Savio, e la scuola materna Garbelli, intitolata al suo fondatore Don Francesco Garbelli.
L’oratorio, voluto dal parroco Don Guido Sala, fu costruito tra il 1956 e il 1957 e progettato dall’architetto Camillo Remuzzi. Nel 1958 fu aperta al culto la cappella, ornata dall’affresco dedicato ai Santi della Gioventù, del borghigiano Nino Nespoli il quale inserì anche la figura del neo eletto Papa Giovanni.
La scuola materna, progettata e costruita dall’ingegner Luigi Angelini, fu voluta dal parroco Don Francesco Garbelli e inaugurata nel 1909.
L’Ordine dei Celestini
L’Ordine dei Celestini fu fondato nel XIII secolo da Papa Celestino V ed aveva una regola molto simile a quella dell’Ordine di San Benedetto. Nel 1309 nella via fu costruito un convento di Frati Celestini che svolse le sue funzioni fino al 1794, quando venne chiuso e la chiesa sconsacrata. Nel corso degli anni il complesso ha svolto varie funzioni fino ad arrivare ai giorni nostri, ospitando la Casa delle Suore Sacramentine.
VIA CAFFARO
E’ la breve via che congiunge le vie Milazzo e dei Celestini. Ha la conformazione tipica delle vie che compongono il Quartiere Finardi, con piccoli condomini, villette isolate e parecchio verde.
Il luogo: Ponte Caffaro
Ponte Caffaro è la località in provincia di Brescia dove, nel 1866, le forze garibaldine si scontrarono con le molto più numerose truppe austriache. I garibaldini, che da qui stavano cercando di raggiungere Trento, in seguito ad aspri scontri avanzarono anche dopo che il 25 giugno un telegramma del Generale La Marmora annunciava la disfatta dell’esercito regolare.
L’ 11 agosto, quasi giunte a Trento, le forze volontarie di Garibaldi dovettero cedere all’ordine del Re che comandava la ritirata alla quale Garibaldi rispose con il celebre “Obbedisco!”.
PIAZZA GIACOMO CARRARA
Fino al 1865 nella piazza esisteva l’antica chiesa di S. Tomaso, che ha lasciato il nome alla via omonima. Da qui parte la via Noca che conduce con una lunga scalinata verso porta Sant’ Agostino, rappresentando oggi un affascinante itinerario turistico, ma nei secoli scorsi era un importante via di comunicazione tra lo sbocco delle valli e Città Alta. Nella piazza esisteva un tempo anche il monumento del V Reggimento Alpini, fino a quando fu spostato a Milano dove il reggimento si è traferito.
Piazza Carrara è conosciuta soprattutto per la presenza dell’Accademia Carrara, fondata nel 1796 da Giacomo Carrara. Nel 1810, oltre all’edificio iniziale, ne fu costruito uno dalle forme neoclassiche. La pinacoteca, chiusa dal 2008 per massicce opere di ristrutturazione e prossima alla riapertura, ospita circa 1800 dipinti dal XV al XIX secolo, oltre a disegni, stampe, bronzi e sculture.
Il personaggio: Giacomo Carrara
Nato a Bergamo nel 1714 e morto nel 1796 fu un appassionato collezionista d’arte. Nel sue testamento nominò erede universale di tutti i suoi beni l’Accademia che lui stesso aveva fondato.
VIA NICOSTRATO CASTELLINI
Via molto breve che congiunge via Vezza d’Oglio e via Volturno, lasciando a destra via Medici. Presenta la conformazione comune a tutte le vie del Quartiere Finardi: via privata con piccoli condomini, villette e molto verde.
Il personaggio: Nicostrato Castellini
Nato a Rezzato (BS) il 17 ottobre 1829, si unì ai garibaldini nel 1848 per combattere contro gli austriaci sul Tonale, dove fu ferito. Prese parte alla campagna in Sicilia dove combattè le battaglie di Milazzo e Volturno, guadagnandosi i gradi rispettivamente di Capitano e Maggiore. Lasciate le armi, fondò a Milano la Banca Popolare di Milano insieme a Luigi Luzzati.
Nel 1866 riprese le armi e partecipò , inquadrato nel Battaglione Bersaglieri volontari, alla battaglia di Vezza d’Oglio contro l’esercito austriaco. Venne più volte colpito e infine cadde ucciso, guadagnandosi la Croce di ufficiale dell’ordine militare di Savoia.
VIA MAURO CODUSSI
E’ la via alberata, ma per dimensioni ricorda un viale,che va da via Noli a via Bronzetti e via Ghislandi. Sul lato destro sono presenti diversi grossi complessi residenziali, mentre sul lato sinistro si trovano la scuola elementare Alberico da Rosciate, il grosso spazio occupato fino a poco tempo fa dalla scuola media Petteni e la caserma del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, oltre alle via Fornoni, Nicolodi e Amadeo. Inoltre a circa metà via si trova un parco pubblico che prende il nome dalla via stessa. Solo verso l’intersezione con via Bronzetti ci sono alcuni esercizi commerciali.
Il personaggio: Mauro Codussi
Nato a Lenna (BG) nel 1440, fu un architetto che operò prevalentemente a Venezia, dove si trasferì nel 1469 per assumere la direzione della costruzione della chiesa di San Michele in Isola. Nella città veneta molte sono le opere da lui eseguite, come la chiesa di San Zaccaria, il campanile di San Pietro in Castello, la chiesa di Santa Maria Formosa e la chiesa di San Giovanni Grisostomo che lasciò incompiuta alla morte nel 1504. Nella nostra provincia la sua unica opera fu la chiesa di Sedrina. La sua figura fu sottovalutata per molto tempo, e solo verso la fine del XIX secolo fu riscoperto e riconosciuta l’originalità della sua opera architettonica.
VIA FILIPPO CORRIDONI
E’ il trafficato asse viario che dalla città conduce alla Valle Seriana. Inizia dalla confluenza di via Santa Caterina con via Suardi e Fratelli Cairoli ed è costeggiata su entrambi i lati da numerosi edifici sia residenziali che commerciali; sulla sinistra incrocia via Milazzo e Piazzale Loverini, sulla destra via Bianzana.
La via attiene alla parrocchia di Santa Caterina solo per il tratto compreso tra Piazzale Loverini e via Bianzana.
Il personaggio: Filippo Corridoni
Nato nel 1888 a Pausola, oggi Corridonia (provincia di Macerata), nel 1905 si trasferì a Milano dove entrò in contatto con il sindacalismo rivoluzionario abbandonando il mazzinianesimo.
Dapprima convinto antimilitarista, fondò il quindicinale “Rompete le righe” e collaborò tra il 1907 e il 1913 con varie riviste sindacaliste e partecipò alla settimana rossa del 1914. Dopo essere entrato in contatto con Mussolini divenne nazionalista ed interventista, tanto che nel 1915 si arruolò volontario e nello stesso anno, il 23 ottobre, cadde in combattimento sul Carso.
Venne insignito della medaglia d’argento al valor militare ma in seguito, per iniziativa di Mussolini che lo considerava un antesignano del fascismo, gli fu attribuita la medaglia d’oro.
VIA ENRICO DALL’OVO
E’ la brevissima via che collega via Giovanni da Campione a via fratelli Cairoli. Via prettamente residenziale, sul lato destro sono presenti alcuni bassi condomini, mentre sul lato sinistro si trova il complesso delle case popolari risalenti al 1912 il cui fronte principale dà su via Cairoli.
Il personaggio: Enrico Dall’Ovo
Nato a Bergamo l’8 gennaio 1821, prese parte attivamente alle insurrezioni del 1848 riuscendo a cacciare il presidio austriaco da Bergamo e intervenendo alla battaglia di Porta Tosa, oggi porta Vittoria, a Milano.
Prese parte a diverse altre battaglie: a Roma nel 1849 con la Legione Garibaldina e nel 1860 con la spedizione dei Mille in Sicilia. Dopo la battaglia di Calatafimi fu promossso Capitano e poi Maggiore in seguito alla battaglia del Volturno.
Più tardi entrò nell’esercito Regio come Maggiore, partecipò alla campagna del 1866 in Veneto e diventò infine Generale. Morì a Bergamo il 6 aprile 1897.
VIA GIOVANNI D’AMICO
E’ la breve via che congiunge le vie Finardi e Milazzo. Considerata via privata come tutte quelle che compongono il Quartiere Finardi, è prettamente residenziale: vi si trovano infatti solo villette e piccoli condomini in una cornice con molto verde.
E’ l’unica via del quartiere, insieme a via Lesbia Cidonia, a non essere intitolata ad un personaggio o una località garibaldina.
Il personaggio: Giovanni d’Amico
Nato a Bergamo nel 1907, è un discendente di Giovanni Finardi, personalità garibaldina. Durante la II^ Guerra Mondiale si unì alla lotta antifascista e per questa sua attività fu arrestato e imprigionato nel campo di Mauthausen, in Germania, dove morì il 31 gennaio 1945.