Cenni storici

Il Borgo di S. Caterina è un antico e caratteristico quartiere cittadino, già vicus suburbano, anticamente denominato Vico Plorzano.

 

Periodo romano

Secondo alcune fonti e sulla base di pochi frammenti di un fregio si ritiene esistesse un piccolo edificio sacro dedicato alla dea Pale, là dove furono successivamente edificati la chiesa ed il convento di S. Fermo.

Il denominativo Plorzano

Più che da Pale, esso sembra derivare dal romano Plaurianum, cioè relativo alla Gens Plauria; in realtà il termine Plauriano, da cui Plorzano, è attestato solo dal 1020, anche se probabilmente era in uso già da secoli.

 

Tra le Rogge Morla e Tremana

Documenti del 1154, del 1256 fino al 1365, confermano il nome di Vico Plorzano che doveva essere, secondo il Fornoni, un modestissimo abitato posto tra le Rogge Morla e Tremana.

 

Valli Seriana e Brembana

Il nucleo abitativo assunse nel tempo una notevole importanza trovandosi allo sbocco delle valli Seriana e Brembana ed essendo pertanto interessato da un costante flusso di uomini e mercanzie che vi transitavano per accedere alla città.
Rimase al di fuori della cinta di mura medievali, pur risultando difeso da posti di guardia in corrispondenza degli ingressi del Borgo.

 

Vicinia

Nel periodo alto-medievale il vicus divenne vicinia, cioè una istituzione politica-amministrativa, spesso identificata con una Parrocchia.
S. Caterina continuò a far parte della vicinia di S. Alessandro della Croce fino al secolo XVI.
Nella Descrizione di Bergamo e del suo territorio (1596), Giovanni da Lezze riporta che S. Caterina aveva 210 ‘fuochi’, cioè famiglie, per 650 anime e veniva amministrato da un console e due sindaci.

 

Chiese del Borgo

Oltre alla chiesa parrocchiale nel borgo esistevano ed esistono tuttora:
la chiesa ed il convento benedettini di S. Nicolò ai Celestini, complesso fondato dal cardinale Guglielmo Longo nei primi anni del Trecento, ed il Santuario della Beata Vergine Addolorata, eretto nel 1603, in seguito ad un evento miracoloso avvenuto il 18 agosto 1602 quando, in pieno giorno, alcuni raggi luminosi colpirono un affresco su un muro esterno, in parte guasto, restituendolo prodigiosamente a forme integre. Ne derivarono molti eventi e guarigioni miracolose e quindi una grande devozione popolare.

 

Chiesetta di San Tommaso

In origine oratorio risalente al X secolo, durante il Cinquecento fu ricostruita ed ingrandita e dal secolo XVI divenne sede di una confraternita di Disciplini ed ebbe funzione di ospedale o ricovero per donne bisognose. Fu sussidiaria della parrocchia di S. Caterina fino al 1865 quando venne acquistata dal Comune ed abbattuta per ampliare lo spazio prospiciente l’Accademia Carrara.

 

Edifici ed enti religiosi

Del borgo e della parrocchia fecero parte altri edifici ed enti religiosi che cessarono la loro funzione tra il principio e la metà del XIX secolo a seguito della soppressione degli ordini religiosi:

– l’Oratorio di S. Giuseppe, in prossimità dell’incrocio tra il Borgo e via Alberico da Rosciate, ora adibito ad esercizio commerciale;

– l’Ospizio delle Convertite – dette anche ‘pericolanti’- poi demolito;

– il Convento delle monache di S. Maria del Paradiso, prima adibito a caserma, ed ora sede della GaMec;

– il Collegio delle Dimesse, una comunità di nobildonne, dette ‘dimesse’ perché vestivano modestamente, che vivevano in uno stabile di via S. Tomaso.

 

Vita del Borgo

La vita economica del Borgo fu sempre piuttosto vivace.
Diverse attività artigianali e pre-industriali si andarono sviluppando sfruttando l’energia derivante dalle varie rogge che attraversavano il borgo.
La confluenza delle valli Seriana e Brembana determinò un fiorire di attività commerciali di accoglienza e ristoro, come trattorie, locande con stallo, e quindi ristoranti, caffè e bar.
La via principale e le collaterali sono sempre state molto animate da diversi negozi di ogni genere.
Da questa situazione derivò, con molta probabilità, il nome di Borgo d’oro attribuito al quartiere.

 

Personaggi storici:

Guglielmo Longo (religioso);
Alberico da Rosciate (giureconsulto);
Artisti: nei secoli XVI e XVII i due Cesareo, Vittore Ghislandi, il Lanfranchi, i Caniana e Marco Gozzi; tra Ottocento e Novecento Giovanni Pezzotta, Ponziano Loverini e Giuseppe Riva.

Da ricordare inoltre personaggi notevoli in vari campi, come:

il Conte Giacomo Carrara, fondatore dell’omonima Accademia;

la poetessa Paolina Secco Suardo;

lo scultore Siccardi;

i due sindaci di Bergamo Giovanni Finardi e Ferruccio Galmozzi;

i due ingegneri e grandi operatori e studiosi di architettura Elia Fornoni e Luigi Angelini.

 

Tra l’‘800 e il ‘900

Il borgo di S. Caterina è stato infine la piccola patria di alcuni simpatici e geniali poeti dialettali, tra i quali spiccano Angelo Pedrali (Contet), Giuseppe Mazza (Felipo) e Renzo Avogadri (Rasghì).

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Nel borgo vissero e, rifacendosi al loro predecessore, pure borghigiano, Pietro Ruggeri, dal borgo trassero motivo di ispirazione e spunti per la loro poesia.
A parte occorre poi ricordare i molti parroci e sacerdoti che nei secoli si avvicendarono animando con la loro cristiana carità e forte personalità la vita della parrocchia e del borgo.

 

Ricerca storica

BORGO S.TA CATERINA

 

Nelle cronache e relazioni di fine Cinquecento viene definito come Borgo, insieme a quello di Palazzo per la sua posizione periferica. Corrispondeva alla via odierna, lunga solo “mezzo milio”, e posta fuori dalla cinta daziaria delle Muraine: nei pressi della porta scorrevala Roggia Morla, oggi parzialmente interrata, che alimentava i mulini, i magli e le fornaci esistenti in corrispondenza della parte iniziale del borgo, mentre la restante risultava più modesta e abitata da braccianti e fornai con magazzini e stallaggi.
All’estremità del borgo vi era un partitore che raccoglieva le acque provenienti dalla valle Seriana, cavate dal fiume Serio, e le distribuiva in tutta la città al piano.
La sua antica denominazione documentata nel 1026 era Vico Plauriano o Plorzano(137): era il naturale prolungamento del borgo S. Tomaso e costituiva il tracciato in uscita dalla città in direzione delle valli Brembana e Seriana.
Oltre alla chiesa parrocchiale di S. Caterina (57) vi erano la chiesa di S. Giuseppe, il Santuario dell’Addolorata e il convento di S. Nicolò dei Padri Celestini, che però nelle mappe non compaiono in quanto fuori area. Confrontando le tre vedute per quanto riguarda numero e tipologia degli edifici, nel caso della tela del Museo e quindi del disegno si nota un lieve diradamento degli alzati ubicati nella prima parte del borgo. La didascalia è riportata su tutte le tre piante.

Cenni storici

La chiesa pare esistesse già prima del Duecento e divenne Parrocchia nel 1370 (353) dopo che si era resa autonoma dalla chiesa madre di S. Alessandro della Croce (54). Ricostruita nel 1570, venne sostituita da una nuova di fogge barocche nel 1738, inglobando alcune parti della precedente: mutò infatti l’orientamento, che a fine lavori si presenterà nord-sud (354), mentre il primitivo presbiterio e il coro andarono a costituire la nuova casa parrocchiale, che ancora oggi “conserva vistose tracce delle due precedenti chiese” (355).
Il vecchio campanile venne modificato e ristrutturato tra il 1791 e il 1809 e demolito in gran parte nel 1865 (356). L’aula è ad una sola navata, dotata di quattro altari laterali, e termina con un presbiterio su cui si innesta un ampio coro absidato. Le fonti citano spesso l’operato di un laborioso consorzio (357), che coadiuvava le attività caritatevoli parrocchiali.

 

Lettura del sito sulle opere

La chiesa ritratta è quella precedente l’attuale, ma a differenza di altre in città non è stata interamente demolita o inglobata nella nuova costruzione: quel che resta dei suoi volumi fiancheggia l’attuale edificio sul lato orientale e pare ampliarne superficie e volume oltre a contenere la base del campanile. Si noti come nelle vedute il vecchio edificio sia correttamente orientato e come, alla sua sinistra, appaia arretrata la canonica, affacciata sul prato o cimitero antistante, corrispondente all’attuale sagrato. Non corretto, invece, è il punto da cui parte l’attuale via Alberico da Rosciate nel borgo S. Caterina, parallela in pianta alla via Pitentino, alle Muraine orientali e alla via Battisti: dovrebbe essere più a destra del suo assetto e comunque dopo la chiesa. La didascalia appare nella tabella nel caso della Biblioteca, mentre sulla tela del Museo e sul disegno è riportata direttamente sulle opere, a cavallo della parte terminale della torre campanaria.

A cura di Tosca Rossi

(353) Secondo il Marenzi dal 1343 (G. Marenzi, Op. cit., p. 137).
(354)  S. Del Bello, Op. cit., p. 196.
(355) L. Pagnoni, Chiese parrocchiali, Op. cit., p. 23.
(356) L. Tironi, La nuova chiesa parrocchiale, S. Caterina in Bergamo: uomini e vicende di una parrocchia e di un borgo attraverso i secoli, Comunità di S. Caterina, Bergamo, 1989, pp. 55/62.
(357) G. Da Lezze, Op. cit., p. 170.
(358) S. Del Bello, Indice, Op. cit., n. 4, p. 210. (359) Ibidem, n. 2, p. 210. (360) G. Da Lezze, Op. cit., p. 166. (361) L. Pagnoni, Chiese parrocchiali, Op. cit., p. 7. S. Del Bello, Indice, Op. cit., p. 207. (362) IBCAA, Vincolo 53, v. 1, contributi di R. Ravanelli, Duomo, in Bergamo: una città e il suo fascino, Grafica e arte, Bergamo, 1977, pp.161/162 e V. Zanella, Op. cit., pp. 91/94. Per approfondimenti cfr. AAVV, Il Duomo di Bergamo, Edizioni Bolis, Bergamo, 1991, oltre ai futuri aggiornamenti pubblicati dopo la fine dei rilievi dell’area archeologica e dei restauri in corso. (363) G. Da Lezze, Ibidem. (364) Edificio rinascimentale su fondamenta medioevali probabile luogo di raccolta merci di una corporazione di mercanti. V. Zanella, Op. cit., p. 65. (365) Cfr. Comune di Bergamo, Catalogo dei beni culturali ed ambientali, Monumenti e Siti, scheda n. 0202509. (366) ASDBG, materiali consultati: Consorzio della Fabbrica del Duomo: III-Testamenti, donazioni, locazioni, beni, ordini di governo, disegni di beni e fabbriche; IV-VIII Spese per la fabbrica del Duomo; IX-1 Spese diverse ordinarie e straordinarie: 1645-1700; XI Spese; Inventario Sommario del Fondo unità 174/617: CV Registro Spese e scossioni 1646-1700. (367) ASDBG, Consorzio della Fabbrica del Duomo IX-1 Spese diverse ordinarie e straordinarie: 1645-1700, Filza AE, Tomo IX, pp. 236v-243.