Cenni Storici

XIII secolo La Parrocchia fu istituita durante il XIII secolo

1280 – 20 dicembre Testo datato, ancora oggi conservato in originale nell’archivio parrocchiale, del “Venerabile Consorzio del Borgo Plorzano seu S. Cattarina” che testimonia l’esistenza di una chiesa e di una comunità pia e attiva.

 

Il Consorzio di Carità

Il consorzio di Carità documenta l’importanza acquisita dal laicato. Provvedeva ad aiutare i più bisognosi attraverso la distribuzione di elemosine e viveri alle famiglie dei più poveri, dei carcerati e degli infermi.

Ne facevano parte parrocchiani detti ‘confratelli’, eletti ed accettati dagli altri confratelli, e dovevano essere di specchiata onestà e pietà, né giocatori, né bevitori, né barattieri, né usurai, ‘di buona ed onesta parola’.
Tenuti alle pratiche religiose in parrocchia e ad elargire in proprio elemosine, provvedevano a distribuire gli aiuti per mezzo di un ‘canepario’, ossia tesoriere e segretario, che si recava nelle varie case accompagnato da due confratelli.

Diversi documenti testimoniano l’importanza e l’efficienza del Consorzio che, più volte, in assenza di parroci, amministrò i beni stessi della parrocchia.
Venuto in possesso di un notevole patrimonio, dovuto a lasciti testamentari, il Consorzio continuò nei secoli la sua preziosa attività.

1575 Visita pastorale di S. Carlo Borromeo
Notizie relative al Consorzio sono contenute anche nei verbali e nei decreti seguiti alla famosa visita:
1596 nella nota relazione di Giovanni da Lezze;
1803 fino al Maironi da Ponte che, nelle sue “Osservazioni sul Dipartimento del Serio”, riferisce che il patrimonio era molto ridotto, probabilmente in seguito alle leggi emanate dopo il 1798;
1807 anno in cui per tali leggi infine il Consorzio venne trasformato nella ‘Fabbriceria’.

La chiesa parrocchiale del XIII secolo venne sostituita da una del ‘500.

 

Dedicata a Santa Caterina d’Alessandria

Storia e leggenda si intrecciano sulla vita di questa principessa di Alessandria d’Egitto, vissuta nel secolo quarto.
Dotata di eccezionali virtù di bellezza, intelligenza e cultura, battezzata da un eremita, sposata misticamente col Cristo, venne martirizzata per ordine dell’imperatore Massenzio, dopo aver sostenuto vittoriosamente un contraddittorio con i più dotti filosofi del tempo ed averne battezzati alcuni oltre all’imperatrice stessa.
Condannata al supplizio della ruota che avrebbe dovuto straziarla, ne uscì vittoriosa con il miracoloso spezzarsi della ruota stessa.
Infine fu decapitata ed il suo corpo fu trasportato dagli angeli sul monte Sinai, dove poi sorse un convento, oggetto di grande venerazione nei secoli.

 

Unica parrocchia nella diocesi dedicata a S. Caterina

La parrocchia, unica nella diocesi dedicata a S. Caterina, fu a lei intitolata probabilmente da alcuni abitanti del borgo che avevano partecipato direttamente o indirettamente ad una delle crociate che avevano fatto conoscere all’Europa quel mondo orientale che, dopo la caduta dell’impero d’occidente ed ancor più dopo l’invasione araba, era stato del tutto dimenticato.
La santa fu considerata protettrice dei filosofi, in quanto dottissima, e dei mugnai, forse per la ruota, nonché dei vasai e delle modiste, che furono appunto chiamate ‘caterinette’.

 

Notizie di parroci

Si hanno notizie di parroci solo dopo il 1304, prima dei quali i beni della parrocchia erano amministrati, come si è detto, dal Consorzio della Misericordia.

Della chiesa cinquecentesca ben poco resta. Da notizie d’archivio si sa che dovette essere orientata diversamente dall’attuale. Nelle “Effemeridi” del padre Donato Calvi si dice che aveva quattro altari, varie pitture di notevoli artisti e un ‘nobilissimo Battisterio’ con organo.

1725 In una relazione la chiesa era giudicata angusta ed insufficiente. Da altri registri d’archivio si deduce che gli abitanti della parrocchia erano artigiani, mugnai, fornaciari, fabbri, tessitori, ma il livello di vita doveva essere piuttosto basso se un quarto degli abitanti erano assistiti dal Consorzio.

Primi anni del ‘600 Miracolo dell’Apparizione del 18 agosto 1602
Avvenimento più importante della parrocchia che causò la costruzione del Santuario della B. V. Addolorata.

Fra il 1733 e il 1738 La nuova chiesa parrocchiale fu eretta per merito di don Pier Antonio Mutti, parroco dal 1733 al 1772.
Ma già dal 1725 don Marco Antonio Facco, parroco dal 1723, aveva fatto presente alle autorità religiose e civili la necessità di una chiesa più ampia.

Il progetto e l’esecuzione del nuovo edificio furono affidati all’architetto Gian Battista Caniana, che realizzò un’opera armoniosa, lodata anche dal Fornoni che rileva “doti non comuni nel suo autore”.

1738 – 2 marzo La chiesa fu consacrata ufficialmente dal vescovo di Bergamo Mons. Antonio Redetti, come ricorda una lapide ancor oggi visibile sotto il pulpito.
Nei secoli successivi continuò l’opera di completamento, di periodici restauri, di arricchimento con opere d’arte di varia entità, rese possibili dalla volontà dei parroci succedutisi e dalla generosa disponibilità dei parrocchiani che non lasciarono mai mancare il proprio sostegno finanziario necessario.

1304 Dei ventinove parroci succedutisi ad oggi molti sarebbero degni di memoria.

Nelle diverse situazioni politiche, dal comune medievale agli anni della secolare dominazione veneta, dalla breve stagione di egemonia francese, ai decenni del periodo austriaco del Lombardo-Veneto fino all’unità, tra guerre, protezioni pesanti o situazioni di ostilità più o meno esplicite di governi dittatoriali o solo apparentemente liberali e democratici, i parroci succedutisi nei secoli si sono sempre comportati con ragionata fermezza, con rispetto dell’autorità ma anche con piena difesa dei diritti della chiesa e dei parrocchiani, ai quali hanno sempre assicurata l’assistenza spirituale e materiale, l’attività pastorale intelligente e convinta da veri pastori e guide morali, soprattutto nei momenti di difficoltà e di pericoli durante pestilenze, epidemie e guerre.

Fino al secolo XIX Dei parroci che si susseguirono vi sono notizie desunte dall’archivio parrocchiale, nelle quali sono registrati i lavori compiuti per restaurare, ampliare ed arricchire la parrocchia, ma soprattutto l’assistenza prestata ai fedeli nei giorni lieti e tristi e la loro genuina pietà cristiana.

Secolo XX Dei parroci da don Francesco Garbelli a Mons. Benigno Carrara, da Mons. Guido Sala a Mons. Silvio Ceribelli, da don Cesare Bardoni all’attuale Mons. Andrea Paiocchi, molto è già stato scritto in diverse occasioni, testimoniando di quanto hanno operato per la chiesa nella secolare tradizione ricca e luminosa della parrocchia di S. Caterina.

 

CRONOTASSI DEI PARROCI

OTTOBONO 1304
Don Simone DELLA PIAZZA 1370 – 1400
Don Antonio BONATI 1470
Don Girolamo PLEBANO D’ARRAVIA 1528
Don Antonio MINOLO 1535 – 1558
Don Francesco CREMASCO da CARAVAGGIO detto PECCHIO 1574 – 1600
Don Giovanni Giacomo DOLCI 1600 – 1639
Don Benedetto GARGANO 1639 – 1646
Don Stefano VIANI 1646 – 1648
Don Carlo ALESSANDRI 1648 – 1651
Don Girolamo MUSSITA 1651 – 1664
Don Tomaso TIRABOSCO 1664 – 1668
Don Ventura FERABO’ 1668 – 1685
Don Giuseppe TRIDO 1685 – 1723
Don Marco Antonio FACCO 1723 – 1730
Don Francesco MUTTI 1730 – 1733
Don Pietro Antonio MUTTI 1733 – 1772
Don Giuseppe VEGINI 1772 – 1790
Don Giuseppe BIFFI 1790 – 1815
Can. Giuseppe ACERBONI 1815 – 1842
Don Domenico MAZZI – AMADEI 1843 – 1887
Don Pietro PALAZZINI 1887 – 1896
Don Ambrogio PICCOLI 1896 – 1903
Don Francesco GARBELLI 1904 – 1936
Mons. Benigno CARRARA 1937 – 1948
Mons. Guido SALA 1948 – 1964
Mons. Silvio CERIBELLI 1964 – 1982
Don Cesare BARDONI 1982 – 1991
Mons. Andrea PAIOCCHI 1991 – 2016
Mons. Pasquale PEZZOLI 2016 –