LE VIE DEL BORGO: VIA BORGO SANTA CATERINA

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E’ la via principale del Borgo, si snoda con larghe curve dal Piazzale Oberdan, ancora oggi conosciuto come “Ponte di S. Caterina”, fino a via Suardi. Sulla sinistra si staccano le vie Celestini, Garbelli e Gasparino da Barzizza, oltre alla piazzetta del Santuario; dalla destra partono le vie Alberico da Rosciate e Longo.
Sulla via si affacciano diversi edifici degni di nota: al civico 10 la Chiesa Parrocchiale opera di  Giovan Battista Caniana e consacrata nel 1738; al civico 33, di fronte alla via dei Celestini, l’edificio noto col nome di Oratorio di San Giuseppe, adibito un tempo a luogo sacro dove si svolgeva il Catechismo per gli uomini. Soppresso nel 1809, ospita oggi attività commerciali; la piazzetta del Santuario al civico 68; ai civici 41 e 43 un portale del ‘300 dava accesso all’Ospizio delle Convertite che rimase in funzione fino ai primi del ‘900.

Anticamente noto come “Vicolo Plauriano” o “Plorzano”, dal nome di una nobile famiglia romana, il Borgo fu sempre esterno alla cinta muraria, ma per la sua particolare posizione conobbe da subito una certa floridità: essendo punto d’accesso alle valli Brembana e Seriana provenendo dalla città, era luogo di intenso traffico e attività commerciali come negozi, alloggi, fornaci, officine e filatoi. Queste ultime attività erano favorite anche dalla presenza di diverse rogge. Proprio da questa intensa attività commerciale deriva probabilmente il titolo di “Borgo d’Oro”.

Il personaggio: Santa Caterina

Secondo la tradizione, Santa Caterina, figlia di un principe di Alessandria d’Egitto vissuta tra il III e IV secolo d.C. , era dotata di eccezionali bellezza, intelligenza e cultura e per questo rifiutava tutti i pretendenti al matrimonio considerandoli non alla sua altezza. Un giorno incontrò un eremita cristiano che le profetizzò la visione dello sposo degno di lei, Gesù Cristo. Così Caterina si avvicinò al cristianesimo e ne fu conquistata, tanto da diventarne una fervente divulgatrice proprio nel periodo delle persecuzioni ai cristiani ad opera di Diocleziano alla fine del III secolo d.C.
Quando ad Alessandria arrivò l’Imperatore Massenzio, Caterina affrontò accese discussioni con i sostenitori degli dei tradizionali e per questo fu imprigionata e successivamente condannata a morte col supplizio della ruota. La tradizione vuole che ne uscì incolume per il miracoloso spezzarsi della ruota e a questo punto venne decapitata e il suo corpo trasportato sul monte Sinai. La Santa fu considerata protettrice di filosofi, mugnai, carrai e vasai, nonché delle modiste.
L’iconografia rappresenta la Santa con la palma del martirio e la ruota spezzata, ed è per questo comunemente conosciuta come Santa Caterina della ruota. La sua festa ricorre il 25 novembre.