Fatti storici e di devozione al Santuario

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Di Giovanni Pezzotta (Albino 1838 – Bergamo 1911), Crocifissione, posta dietro l’altare laterale dell’Assunta, in Santuario.

Opere nel Santuario sulla Passione e la morte di Gesù

Dato il periodo liturgico che stiamo vivendo, può essere opportuno considerare opere d’arte del Santuario riguardanti la Passione e la morte di Gesù.

Per concludere con le opere di Ponziano Loverini, ricordiamo i sette piccoli stendardi raffiguranti i dolori di Maria: non si tratta certo di opere di secondaria importanza, anzi, sono sette piccoli capolavori di straordinaria intensità cromatica, che ogni anno, il 18 agosto, vengono portati in processione per le vie del borgo.

Di Giovanni Pezzotta (Albino 1838 – Bergamo 1911), autore di numerose altre opere del Santuario, c’è una bellissima Crocifissione, dietro l’altare laterale dell’Assunta. L’opera, un olio su tela di ampie dimensioni (mm. 2500 x 1200), presenta sullo sfondo un cielo tempestoso, solo illuminato ai piedi del Redentore da un breve squarcio di luce arancione. Tre figure stanno sotto la croce: Maria tiene le mani strette e contratte l’una nell’altra e guarda il Figlio con sguardo mesto ma rassegnato e composto; Giovanni, evidentemente in pianto, tiene il viso tra le mani, mentre Maria Maddalena, straziata, è prostrata a terra.

Sullo sfondo cupo e triste spicca, molto luminosa, la figura di Gesù in croce, di un giallo irreale, che ricorda quasi il legno.

Un’altra pregevole Crocifissione è quella di Nino Nespoli. Anche questo pittore fu molto legato al nostro borgo: nato a Palazzago nel 1898, studiò all’Accademia Carrara e realizzò, oltre ai due affreschi per il Santuario, anche altri dipinti per la Parrocchia, la nuova casa parrocchiale e per la cappella dell’oratorio. Fece inoltre parte della compagnia filodrammatica dell’Excelsior. Si spense infine nel 1969 nella sua casa di via Berlendis.

Il grande affresco della Crocifissione (mm. 3900 x 2200) si trova dietro l’altare maggiore, nel “coro”. La rappresentazione è severa, specie per la presenza del cielo scuro e della scoscesa roccia del calvario, sotto cui, assolutamente lontana ed estranea, si stende la città di Gerusalemme.

I personaggi che stanno intorno alla croce (Maria e altri tre santi) sono immobili e fissi nel dolore; i colori degli abiti sono vivaci e solenni, con drappeggi molto evidenziati. I volti sono incorniciati da un’aureola.

E’ significativo che l’opera sia posta proprio di fronte all’altro affresco dell’autore, l’Annunciazione, come a indicare il compimento della missione di Maria, dall’accettazione generosa del Figlio come dono di Dio fino allo strazio della vista della fine terrena di Gesù.

 

a cura della professoressa Loretta Maffioletti

 

dal bollettino parrocchiale di febbraio 2016

Rubrica sul sito nella sezione Borgo > Storia e curiosità