Santa Geltrude Comensoli in Borgo Santa Caterina: una presenza viva nella comunità

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Martedì 18 febbraio la Parrocchia di S. Caterina si è unita alla comunità delle suore ai Celestini per celebrare la messa in onore della santa fondatrice del loro Istituto.

Dal settimanale on line “santalessandro” della diocesi di Bergamo:

SANTA GELTRUDE COMENSOLI IN BORGO SANTA CATERINA: UNA PRESENZA VIVA NELLA COMUNITA’

Carmelo Epis

«Benediciamo il Signore per il dono di Santa Geltrude Comensoli alla Chiesa e anche alla nostra parrocchia, dove le sue suore sono presenti da tanto tempo. In questo luogo, le Sacramentine sono lievito, perché ci offrono il dono di custodire il tesoro dell’Eucaristia nella vita e nella comunità». Con queste parole, monsignor Pasquale Pezzoli, parroco di Santa Caterina, ha ringraziato le Sacramentine nella Messa nella festa liturgica della Fondatrice, martedì sera 18 febbraio, celebrata nell’antica chiesa dei Celestini. Nella storia dell’istituto religioso, il Borgo d’Oro ha una parte importante, perché le suore della Comensoli ancora oggi sono attivamente presenti ai Celestini, nella scuola materna e nella catechesi.

L’ARRIVO IN SANTA CATERINA

Caterina Comensoli, una delle figure più belle espresse dall’effervescente cattolicesimo bergamasco dell’Ottocento, nasce a Bienno (Bescia) il 18 gennaio 1847. La sua precoce devozione eucaristica la spinge a pensare a una comunità di suore adoratrici. Nel 1880 espone il progetto a papa Leone XIII, che però le risponde: «L’istituto che tu vuoi aprire sia pure consacrato al santo pensiero dell’adorazione, ma devi raccogliervi anche la vita attiva, per educarvi le fanciulle povere e specialmente le operaie». Leone XIII esige un cambiamento notevole nel progetto: coniugare adorazione e attenzione ai bisogni emergenti. Il 15 dicembre 1882, a Bergamo, in via Cavette, Caterina, insieme a due ragazze e a don Francesco Spinelli, assume il nome di Geltrude e dà inizio alla nuova fondazione, che conosce uno sviluppo prodigioso. Tre anni dopo, l’8 giugno 1885, le Sacramentine giungono in Santa Caterina, chiamate dalla vedova Monzini a gestire una filanda, che in seguito viene acquistata, per assistere le operaie, ma dove vi lavorano anche le stesse suore e le loro orfanelle. Questa scelta — comune ad altri istituti del Nord Italia — è stata definita «welfare aziendale», poiché si poneva al confine tra antica società rurale e nuovo mondo industriale. Purtroppo, la filanda ha un deficit notevolissimo, tanto da portare l’istituto al dissesto economico (1889). La filanda, che aveva assunto un ruolo centrale come casa dell’istituto e sede anche del noviziato, viene chiusa e messa all’asta insieme alla casa madre. La Comensoli trova accoglienza dal vescovo di Lodi Giambattista Rota, che l’8 dicembre 1891 erige canonicamente l’istituto che, dopo immensi sacrifici, il 28 marzo 1892 ritorna a Bergamo dopo aver riscattato la casa madre. Madre Geltrude, malata e minata da privazioni, si spegne il 18 febbraio 1903, a 56 anni. La Comensoli viene beatificata il 1° ottobre 1989 e canonizzata il 26 aprile 2009.

AI CELESTINI E ALL’ASILO

Il complesso dei Celestini (monastero e chiesa) fu fondato nel 1300 dal cardinale bergamasco Guglielmo Longo e soppresso dalla Repubblica di Venezia nel 1789. Dopo vari passaggi di proprietà e destinazioni, nel 1937 fu acquistato da Ludovico Goisis e trasformato in orfanotrofio femminile, affidato due anni dopo alle Sacramentine, che vi rimasero fino al 1974, ospitando anche la casa provincializza per un certo periodo. Dopo quella data, le religiose hanno curato attività extrascolastiche e accoglienza di ritiri e incontri. Attualmente sono presenti 13 suore. Nella chiesa, ogni giorno si celebra la Messa e si tiene l’adorazione eucaristica continua, sollecitata anche dal parroco monsignor Pezzoli. Nel complesso è ospitata anche una casa recupero per ragazze, ma non è gestita dalle Sacramentine.

Nell’asilo parrocchiale, punto di riferimento del borgo, le Sacramentine sono giunte nel 1988. La direzione è affidata a una religiosa.