Terminato il CRE all’Oratorio di S. Caterina

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Venerdì 10 luglio è terminato il CRE (centro ricreativo estivo) durato quattro settimane in oratorio e che ha coinvolto ragazzi, animatori e famiglie per questo inizio di estate.

nuovo sito oratorio: www.oratoriobsc.it

Il mangiare è stato il tema che ha accompagnato il CRE 2015. L’orientamento non nasce a caso ma arriva già da quando si decise, anni fa, di raccogliere un’altra sfida che l’estate 2015 porta con sé: l’evento – di portata mondiale – che risponde al nome di EXPO e che si concentra proprio sul tema del mangiare. Evocativo il titolo: “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”; così come il titolo che la Santa Sede ha dato al suo padiglione: “Non di solo pane”.

«Non di solo pane vivrà l’uomo» (Gv 1,14)

Apparecchiare e sparecchiare, mettersi a tavola e sedere, spezzare il pane e versare il vino, mangiare in un fast food oppure intrattenersi in un ricevimento: nessun atto è così istintivo, spontaneo, scontato, irriflesso come il mangiare e nessun altro atto può essere così ricercato e bisognoso di un pensiero forte affinché possa riuscire nei suoi intenti.

Ma soprattutto – non possiamo non riconoscerlo! – nessun atto è così capace di dire bene e fino in fondo chi è l’uomo. Vale proprio l’adagio – non così antico ma certamente qualche volta sentito – che dice: “Dimmi come mangi e ti dirò chi sei!”.

Addirittura possiamo azzardare che l’esperienza del mangiare – e noi cristiani non siamo certamente fuori luogo nel dirlo! – è anche un’esperienza profondamente spirituale. Proprio perché la spiritualità deve avere a che fare con la vita, altrimenti rischia di restare un semplice esercizio di retorica. Provando a cambiare sguardo ci potremmo accorgere che il mangiare è occasione di incontro con il Mistero della Vita che sostiene ma, allo stesso tempo chiede una continua conversione della mente e del cuore.

Come? Una certezza! Che anche Dio si è avvicinato a questa dimensione dell’esistenza e ne ha fatto il suo punto di forza. Cos’altro è l’eucarestia se non questo? Ovvero l’esperienza di un Dio che per incontrare l’uomo fa sua l’esperienza del mangiare? E mentre così ci sostiene, ci provoca anche ad una messa in discussione di chi siamo e dove vogliamo andare.