BORGO INTERVISTE – 10^ PUNTATA – MARCO PACATI

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Il Professor Marco Pacati è originario di Clusone, in val Seriana, ma da ormai 30 anni abita nel Borgo. Svolge la professione di dirigente scolastico presso l’Istituto di Istruzione Superiore Cesare Pesenti.

Professor Pacati, come è arrivato in Santa Caterina dalla valle Seriana?
Sono nato e cresciuto a Clusone, ho frequentato il liceo classico Sarpi in Città Alta e poi mi sono laureato in Lettere Classiche all’università Statale di Milano; dopodiché  mi sono avviato alla carriera in ambito scolastico. Nel 1985 mi sono sposato e con mia moglie ci siamo trasferiti nel Borgo, andando ad abitare nella casa che ho ricevuto in eredità. Ci siamo trovati  così bene che da allora non ci siamo più spostati.

Com’è il suo rapporto e quello della sua famiglia con il Borgo?
E’ ottimo, ci siamo adattati splendidamente fin da subito. Fin dal nostro arrivo abbiamo toccato con mano la disponibilità degli abitanti di Santa Caterina, anche con noi che arrivavamo da fuori e non eravamo conosciuti. Grazie a ciò la mia famiglia si è inserita bene nel quartiere, i miei figli hanno frequentato l’oratorio e la parrocchia, io in passato ho fatto parte del consiglio pastorale e con mia moglie partecipiamo regolarmente alle Messe. Una cosa che ho sempre apprezzato in Santa Caterina è la genuinità delle persone, e tra queste non posso non nominare Don Andrea che è sempre stato molto gentile con la mia famiglia.

Trova che negli anni il Borgo abbia subito cambiamenti particolari?
Onestamente non credo. Al di là della normale evoluzione dettata dal cambiamento dei tempi, trovo che il Borgo conservi le caratteristiche che ha sempre avuto. Se qualcosa è cambiato negli ultimi anni è probabilmente la maggiore vitalità dettata dal gran numero di persone che frequentano Santa Caterina per lo svago, soprattutto serale. Credo che questo non sia affatto un male, a patto ovviamente che questa vitalità non vada a incidere sulla tranquillità di chi nel Borgo ci vive.

La sua vita professionale è sempre stata in ambito scolastico, come mai ha scelto questa strada?
Si può dire che sia una cosa di famiglia, visto che mio padre è stato preside per molti anni. Per 20 anni sono stato vice preside al liceo Mascheroni e poi, un po’ per caso,11 anni fa sono diventato preside all’istituto Pesenti. Dico per caso perché quando ho fatto il concorso era l’unica scuola con quel ruolo vacante e devo dire che sono stato fortunato perché è un lavoro che mi soddisfa pienamente. Certo, la mia scuola è un ambiente piuttosto difficile: la presenza di molti studenti stranieri, situazioni socio-economiche più complicate rispetto ad altre scuole  cittadine fanno del Pesenti un istituto impegnativo da dirigere, ma allo stesso tempo stimolante. Tanto è vero che negli anni mi si sono presentate occasioni per andare a dirigere altre scuole ma ho sempre preferito non cambiare, e credo che ormai a 4 anni dalla pensione non lo farò più.

Che cosa la gratifica maggiormente del suo lavoro quotidiano nella scuola?
Sicuramente la dimensione umana, il contatto giorno per giorno con ragazzi che in molti casi vivono situazioni personali tutt’altro che semplici. Nella nostra scuola ci troviamo ad affrontare problemi che in altri istituti sono molto meno marcati, come l’assenteismo o la dispersione scolastica, oppure il confronto con una moltitudine di etnie visto che in alcune classi gli studenti italiani sono una minoranza. Noi però cerchiamo in tutti i modi di far crescere questi ragazzi in un ambiente sano, educandoli alla legalità e alla meritocrazia. Nella scuola che dirigo ho la fortuna di avere dei docenti molto stabili, sono praticamente sempre gli stessi, e questo fa si che ci sia grande collaborazione. In ogni caso, pur nelle difficoltà, l’istituto che dirigo esprime anche delle eccellenze: la stragrande maggioranza dei ragazzi che dalla nostra scuola entrano nel mondo del lavoro hanno successo.

Il suo lavoro la impegna molto…le rimane del tempo da dedicare a qualche passione o passatempo?
Da sempre sono tifoso dell’Atalanta, quindi spessissimo vado a vederla allo stadio anche perché mi è molto comodo data la vicinanza. Poi mi piace ascoltare musica, da giovane mi divertivo anche a suonare la chitarra ma a livelli molto amatoriali.

Professore, la ringraziamo per la disponibilità. C’è qualcosa che vuole aggiungere?
Ringrazio voi e vorrei fare un invito ai lettori: le porte della scuola che dirigo sono aperte, venite a visitarla. In questo modo potranno essere sfatati alcuni luoghi comuni negativi che circolano riguardo l’istituto Pesenti. Un saluto.