BORGO INTERVISTE – 11^ PUNTATA – VALENTINO VENTURI

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Il dottor Valentino Venturi, classe 1928, toscanissimo, è arrivato a Bergamo per la sua professione di medico condotto e la nostra città non l’ha più lasciata. Data la residenza di lunga data, si può considerare un “borghigiano” a tutti gli effetti.

Dottor Venturi, ci racconta la sua gioventù e come è arrivato a Bergamo?
Sono nato 87 anni fa a Montaione, precisamente nella frazione di San Vivaldo, in provincia di Firenze, dove ho abitato con i miei genitori, tre fratelli e una sorella.
A dieci anni mi sono trasferito in collegio a Volterra dove ho frequentato il ginnasio e poi il liceo e nel 1952, per seguire le orme di mio padre che era medico condotto, mi sono iscritto alla facoltà di medicina a Firenze. Poi, finita l’università, nel 1961 ho partecipato ad alcuni concorsi pubblici che mi hanno portato a svolgere la professione di medico condotto prima e di medico generico poi, ad Adrara vicino al lago d’Iseo.

E nel Borgo quando si è trasferito?
In verità molto tardi, dopo la pensione. Infatti dopo 10 anni passati ad Adrara mi sono trasferito, sempre per lavoro, a Dalmine, dove sono rimasto per 20 anni durante i quali ho anche ricoperto l’incarico di Presidente dell’Ordine dei Medici per 3 legislature. Nel 1992 ho deciso di godermi la pensione e mi sono trasferito con mia moglie, toscana come me, nel quartiere Finardi, dove abito ancora oggi.

Come è stato il passaggio dalla campagna toscana a Santa Caterina?
Certamente non traumatico, visto che nel Borgo trovo si viva molto bene, è un quartiere a misura d’uomo. Il mio punto di riferimento è il centro della terza età dove passo molto tempo e per il cui notiziario ho il piacere di scrivere. In più torno molto spesso in Toscana dove ho conservato la casa paterna: mi diletto nel curare il giardino e col tempo ho ritrovato amicizie del passato.
In ogni caso una grossa differenza che ho trovato arrivando a Bergamo dalla Toscana è il culto del lavoro, che qui è davvero preponderante mentre nella mia terra natìa è meno sentito. E un’altra differenza che ho constatato è nel rapporto con la religione: in Toscana, soprattutto nel passato, era in continua contrapposizione con la politica, invece da queste parti questo scontro non esiste.

A che cosa si è dedicato dopo la pensione?
Essendo una persona molto impulsiva e inquieta non riesco a stare mai fermo. Negli anni ho avuto la fortuna di intraprendere molti viaggi in posti bellissimi in Europa, in Medio Oriente e negli Stati Uniti. Ho trovato particolarmente suggestivi il viaggio in Iran e la crociera sul Volga, in Russia; in particolare nelle popolazioni che vivono lungo questo fiume ho trovato molte analogie con il carattere dei bergamaschi. Altre tappe molto interessanti sono state Petra, in Giordania, e le piramidi in Egitto. Dopo ogni viaggio poi mi dilettavo nello scrivere una relazione di tutto quanto ho avuto il piacere di vedere.
Un’altra passione che ho potuto coltivare dopo la pensione è quella per gli studi sull’evoluzione, sia degli animali che dell’uomo, teorizzata da Darwin.

Ha modo di frequentare spesso il Borgo?
Certo, come dicevo prima il mio punto di ritrovo preferito è il centro della terza età, e poi ad agosto prendo parte ai festeggiamenti per l’Apparizione: trovo molto piacevole soprattutto la cena nel Borgo, un bel momento per socializzare.

Dottor Venturi, è stato un piacere parlare con lei. La ringraziamo e la salutiamo.
Grazie a voi e un saluto ai vostri lettori.