Fatti storici e di devozione al Santuario

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Foto: L’affresco miracoloso dell’altare maggiore del Santuario, opera di Gian Giacomo Anselmi.

Correva l’anno 1602. 18 agosto

 

L’avvenimento prodigioso che si verificò nel nostro borgo il 18 agosto 1602 è ben noto: a mezzogiorno una stella venne a colpire e a illuminare un affresco raffigurante la Madonna Addolorata, situato sulla parete di una casa, ripristinando tra l’altro i colori che il tempo aveva logorato.

Si trattava del dipinto che ora si trova sopra l’altare maggiore del Santuario, opera del pittore Gio.Giacomo Anselmi, artista del quale si sa poco, composta nel 1597 e collocata all’epoca all’esterno di un’abitazione (forse la casa stessa dell’Anselmi), probabilmente sul muro della stanza che ora costituisce l’anti-sagrestia del Santuario stesso.

Tale fatto, subito divulgato ampiamente, fu tramandato e poi affidato alla tradizione, ma è curioso notare che le testimonianze scritte e i contributi di ricerca sono piuttosto scarsi, e soprattutto non sono del periodo stesso.

Il primo riferimento scritto di una certa completezza si sarebbe avuto una settantina d’anni più tardi: nel 1676, infatti, padre Donato Calvi pubblicò la Effemeride sagro profana di quanto di memorabile sia successo in Bergamo.  Questo religioso (1613-1678), nativo di Bergamo da famiglia originaria di Piazza Brembana, priore del convento di Sant’Agostino, fu insegnante di filosofia e di teologia, nonché figura di spicco nell’ambiente culturale cittadino. Egli intese comporre una sorta di diario giornaliero di tutto ciò che era capitato nella Città dalle sue origini fino ai tempi dell’autore stesso.

Quest’opera è una vastissima raccolta di notizie relative a fatti religiosi, civili e militari, a personaggi, famiglie, istituzioni, parrocchie e contrade, chiese, monumenti, tradizioni di Bergamo e del territorio. Grande spazio hanno le feste, i culti, i riti, i fatti prodigiosi: il rigore storico non è forse eccezionale, ma offre moltissimi dati utili per la conoscenza della mentalità del tempo.

Sotto il 18 agosto, pertanto, il Calvi scrive così: 1602. La Santa Imagine di Maria Vergine dello Spasimo nel Borgo di S. Cattarina, che già fù dipinta sotto il 27 luglio 1597 da Gio. Giacomo Anselmi, Pittore, cominciò in questo giorno a rendersi ne prodigi, et miracoli, stuporosa; indi concorrendo alla devotione infinità di gente, et successivamente fabricatasi la Chiesa, che di presente vien detta la Madonna di S. Cattarina. Fù principio una stella, che formando tre risplendenti lumi apparve nel bel mezzo giorno sopra, et puoco discosto da detta imagine, che era all’hora sopra un muro dipinta. Anzi essendo questa pittura in alcune parti guasta, prodigiosamente si trovò senza colori humani perfettamente reintegrata.  Moltissimi inspiritati fur liberati, et altre segnalate gratie ne conseguirno.

L’entusiasmo del Calvi fu certamente non troppo apprezzato dagli storici positivisti, che poco amavano ciò che non fosse dimostrabile: Bortolo Belotti, autore della pur pregevolissima Storia di Bergamo e dei bergamaschi, critica aspramente il diligente priore, citandolo come autore del tutto indegno di fede e raccoglitore delle più assurde notizie (cioè visioni, apparizioni, miracoli, prodigi di natura o presagi, attestati frequentissimamente in quel tempo).

E’ stato opportunamente osservato che il periodo non era dei più felici, funestato com’era da guerre, pestilenze e carestie: era naturale il ricorso alla Madonna, come non era infrequente l’aspettativa di interventi soprannaturali, celestiali e talvolta demoniaci.

Anche il prodigio che da 414 anni ricordiamo, pertanto, potrebbe essere stato frutto dall’esaltazione collettiva di menti disturbate dalle sofferenze e dalle privazioni? In questi casi la cautela è d’obbligo – e nessuno, come vedremo, ne usò più della Chiesa di allora -, ma a differenziare questo miracolo da tanti altri coevi ci fu la testimonianza di moltissime persone – il borgo, come del resto tutta la città, era in quei giorni molto frequentato per la ricorrenza delle feste di Sant’Alessandro –; quasi immediatamente, poi, si verificarono delle guarigioni straordinarie: il padre Donato Calvi cita genericamente gli inspiritati, cioè quelli che all’epoca erano considerati indemoniati, ma vi sono anche testimonianze, conservate nel nostro archivio parrocchiale, di guarigioni miracolose operate dalla Madonna nel caso di gravi incidenti, avvenuti a Osio Sotto, a Treviolo e in Valle San Martino.

 

a cura della professoressa Loretta Maffioletti

dal notiziario parrocchiale di settembre 2016

Rubrica sul sito nella sezione Borgo > Storia e curiosità