Domenica 4 settembre – Beatificazione di Papa Giovanni Paolo I

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Domenica 4 settembre 2022 la Beatificazione di Papa Giovanni Paolo I, il Papa del sorriso. La celebrazione presieduta da Papa Francesco si è svolta in Piazza San Pietro.

Cenni biografici di Papa Giovanni Paolo I

Conclave, elezione e primo messaggio di Papa Luciani ai cardinali

Monsignor Malnati ripercorre la storia (nona puntata) di Giovanni Paolo I, che sarà beatificato il 4 settembre 2022.

Il 10 agosto 1978 il Patriarca di Venezia, Albino Luciani, dopo aver prenotato il suo soggiorno romano presso il Collegio degli Agostiniani dietro il colonnato del Bernini a ridosso della Casa delle Suore di Maria Bambina, partì in automobile da Venezia-Mestre per il conclave.

La stampa faceva le sue previsioni: Luciani era posto tra i meno probabili per il soglio di Pietro.
In casa di monsignor Santin a Trieste il nome più probabile tra i Cardinali italiani era senza dubbio Luciani per come aveva svolto il ruolo di vice-presidente della Cei e presidente dei Vescovi del Triveneto. La sua lealtà allo spirito del Vaticano II e i suoi interventi nei due Sinodi episcopali voluti da Paolo VI, che per il primo Sinodo lo aveva scelto personalmente, mentre per il secondo era stato designato dalla Conferenza Episcopale Italiana, erano una garanzia per il pontificato.

Il cardinale Luciani partecipò ai novendiali per la preghiera di suffragio per il Pontefice scomparso dal 13 al 20 agosto, pregando soprattutto per l’unità della Chiesa e per la scelta di un successore di Paolo VI che fosse “nocchiero” sicuro e fedele al Concilio e ai segni dei tempi.

Più di un pensiero Luciani lo fece sulla possibile candidatura del cardinale Eduardo Pironio, di genitori originari del Friuli, emigrati in America Latina, uomo di fede sicura e di grande capacità di ascolto o del cardinale Lorscheider, arcivescovo di Fortaleza, città del Brasile.

Luciani non si lasciò “irretire” dalle varie “cordate”, come ricordò il cardinale Confalonieri, decano del Sacro Collegio, ma tirò dritto per la sua strada, cercando il più possibile di non farsi coinvolgere da questo o da quel gruppo.

In quei giorni avvicinò monsignor Pasquale Macchi per ringraziarlo del fedele servizio sino alla fine nei confronti di Paolo VI. Prima di entrare in Conclave, il 15 agosto, solennità dell’Assunta, presiedette l’Eucarestia nella basilica di S. Marco in piazza Venezia di cui era titolare.

Alla sera di quel giorno Luciani telefonò a Santin, dicendogli tra l’altro che aveva celebrato nella Basilica accanto al palazzo costruito dall’antico Vescovo di Trieste, Enea Silvio Piccolomini, poi Pontefice Romano con il nome di Pio II. Santin gli assicurò di aver pregato per una saggia elezione del Successore di Paolo VI e nuovamente gli disse di “stare pronto”. Luciani rispose “di essere fuori pericolo” e gli assicurò che dopo il Conclave sarebbe passato con Bortignon a trovarlo.

Il 25 agosto alle ore 19 i Cardinali entrano in conclave, che durò solo 26 ore. La mattina del 26 agosto vi furono due scrutini con fumata nera. Nulla di fatto. I Cardinali che puntavano il loro voto su Luciani furono inizialmente i latino-americani, ai quali poi si aggiunsero l’Arcivescovo di Dakar, cardinale Thiandoum, l’Arcivescovo di Milano, Colombo, il cardinale di Firenze, Benelli, il cardinale Suenens e il cardinale Felici, sino a raggiungere quasi – come disse il cardinale Suenens – una elezione plebiscitaria. Alle 18:23 del 26 agosto 1978 il comignolo della Sistina diede fumata bianca.

Alla domanda del cardinale Villot: “Quod nomine vis vocari?” Luciani disse: “Vocabor Johannes Paulus”, poi guardò quella via crucis portatile datagli in conclave dal cardinale Felici.

Il cardinale Siri, mentre Luciani pronunciò il duplice nome, disse ad alta voce la parola “primo” per aggiungerla a Giovanni Paolo.

Luciani annuì con il capo e un sorriso. Alle 19 si affacciò dalla loggia centrale il cardinale Pericle Felici, preceduto dalla croce e accompagnato dal cerimoniere per annunciare al mondo che era stato scelto dal Collegio cardinalizio il nuovo Vescovo di Roma nella persona del cardinale Albino Luciani, Patriarca di Venezia.

 

Dopo aver rivestito gli abiti propri del Pontefice Romano e dopo essersi affacciato per la prima benedizione Urbi et Orbi, nell’attesa dei fotografi pontifici il nuovo Papa, rivolto ai Cardinali disse: “Dio vi perdoni per quello che avete fatto”.

Papa Luciani chiese di avvertire i Cardinali esclusi dal Conclave per raggiunti limiti di età, che erano attesi a cenare con lui. A cena Luciani mantenne il suo posto occupato da Cardinale nel Conclave e salutò personalmente ogni porporato. Rimandò la chiusura del conclave al giorno seguente. Durante la notte abbozzò il discorso Urbi et Orbi che avrebbe fatto l’indomani quando si sarebbe presentato al mondo e quello programmatico per i Cardinali nella Cappella Sistina prima dello scioglimento del Conclave.

Luciani nel discorso ricordava ai “colleghi” che il suo animo era turbato per ciò che gli era capitato, poi presentò in sei punti ciò che intendeva privilegiare nel suo ministero petrino: attuare l’eredità del Concilio Vaticano II; indicare l’importanza della grande disciplina della Chiesa nella vita dei presbiteri e dei fedeli laici; dare il primato all’evangelizzazione quale missione specifica della Chiesa; continuare l’impegno ecumenico; dialogare con le realtà del mondo; sostenere e promuovere le iniziative per la pace nel mondo.

In questa sua prima allocuzione Giovanni Paolo I mise a cuore le situazioni delle genti del Libano, della Palestina, del Sahel e dell’India.

Un particolare che non sfuggì ai più attenti, fu che in questo messaggio Papa Luciani salutò in modo particolare i parroci. Egli sapeva per esperienza che questi presbiteri, poco ricordati nei documenti pontifici, sono quasi l’unico riferimento di speranza nei momenti difficili delle famiglie e delle comunità soprattutto piccole e sperdute. La vita religiosa delle parrocchie, lo sapeva bene Papa Luciani, dipende molto dalla fede e dalla zelo del parroco, che la testimonia e la trasmette ai suoi parrocchiani nello spirito di comunione e di ascolto.

Alle 11:45 di domenica 27 agosto Papa Luciani si affacciò alla loggia di S. Pietro per la recita dell’Angelus: piazza San Pietro era gremita per la recita della “salutazione angelica”.

Giovanni Paolo I stupì e conquistò il mondo con il suo discorso a braccio dove raccontò cosa avevano fatto i suoi “colleghi” cardinali e cosa gli aveva detto il cardinale Felici: “Se Dio dà un peso, dà anche la forza di portarlo” e raccontò che proprio quel cardinale, che fu Segretario Generale del Concilio Vaticano II, voluto da Giovanni XXIII, gli aveva fatto dono di una via crucis portatile, gesto che Luciani aveva molto apprezzato.

Ecco il testo del suo discorso all’Angelus: “Ieri mattina io sono andato alla Sistina a votare tranquillamente. Mai avrei immaginato quello che stava per succedere. Appena è cominciato il pericolo per me, i due colleghi che mi erano vicini mi hanno sussurrato parole di coraggio. Uno ha detto: «Coraggio! Se il Signore dà un peso, dà anche l’aiuto per portarlo». E l’altro collega: «Non abbia paura, in tutto il mondo c’è tanta gente che prega per il Papa nuovo». Venuto il momento, ho accettato. Dopo si è trattato del nome, perché domandano anche che nome si vuol prendere e io ci avevo pensato poco. Ho fatto questo ragionamento: Papa Giovanni ha voluto consacrarmi con le sue mani, qui nella Basilica di San Pietro, poi, benché indegnamente, a Venezia gli sono succeduto sulla Cattedra di San Marco, in quella Venezia che ancora è tutta piena di Papa Giovanni. Lo ricordano i gondolieri, le suore, tutti. Poi Papa Paolo non solo mi ha fatto Cardinale, ma alcuni mesi prima, sulle passerelle di Piazza San Marco, m’ha fatto diventare tutto rosso davanti a 20.000 persone, perché s’è levata la stola e me l’ha messa sulle spalle, io non son mai diventato così rosso! D’altra parte in 15 anni di pontificato questo Papa non solo a me, ma a tutto il mondo ha mostrato come si ama, come si serve e come si lavora e si patisce per la Chiesa di Cristo. Per questo ho detto: «Mi chiamerò Giovanni Paolo». Io non ho né la sapientia cordis di Papa Giovanni, né la preparazione e la cultura di Papa Paolo, però sono al loro posto, devo cercare di servire la Chiesa. Spero che mi aiuterete con le vostre preghiere”.

L’elezione del Patriarca di Venezia a Vescovo di Roma “sconfessò” le previsioni della stampa. La maggioranza del mondo cattolico apprezzò la scelta. Vi furono però alcuni, soprattutto provenienti da Venezia e da un certo mondo laico della contestazione, che espressero le loro perplessità.

Dal convegno su tematiche ecumeniche promosso dalla Sae al Passo della Mendola, alcuni teologi cattolici veneti, come don Germano Pattaro e monsignor Sartori, fecero conoscere il loro stupore per la scelta di Luciani a Successore di Pietro.

Vittorio Veneto, Belluno e Feltre con i loro Vescovi esultarono. Giovanni Paolo I fece pervenire la sua benedizione e la sua attenzione ai fedeli di Venezia, Vittorio Veneto e Belluno e Feltre, sua diocesi di origine.

Al Vescovo di Belluno e Feltre, monsignor Ducoli, che si accingeva a celebrare nel paese natale di Luciani, fece giungere il suo grato e benedicente saluto per la sua gente che mai dimenticò.

* Vicario episcopale per il laicato e la cultura – diocesi di Trieste

 

Santi e beati – Papa Giovanni Paolo I – Albino Luciani