Preghiera e solidarietà – Emergenza Terremoto Turchia e Siria 2023

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«Desidero a nome di tutta la Diocesi esprimere cordoglio e vicinanza a tutte le popolazioni colpite dal terremoto in maniera così drammatica e distruttiva come le immagini in queste ore ci stanno consegnando»: queste le parole del vescovo monsignor Francesco Beschi a poche ore dal sisma che sta sconvolgendo le regioni del Sud della Turchia e del Nord della Siria.

Caritas a sostegno delle popolazioni colpite

Di fronte a quest’evento così drammatico, che si aggiunge a una situazione già molto grave, la guerra in Siria, Caritas Bergamasca ha cominciato a stanziare 50 mila euro alle popolazioni colpite per sostenere in una prima fase gli interventi di emergenza, con l’auspicio successivo di trovare loro delle soluzioni abitative.

Nel contempo, anche la Diocesi di Bergamo intende essere presente nell’emergenza con la volontà di non abbandonare la popolazione e aiutarla nella ricostruzione.

È possibile sostenere gli interventi di Caritas Bergamasca e della Diocesi di Bergamo per quest’emergenza, utilizzando uno dei tre conti correnti e specificando la causale della donazione “Colletta terremoto Turchia e Siria 2023“:

Conto corrente 1 intestato a Diocesi di Bergamo Caritas Banco BPM

Iban: IT69E0503411105000000006330

Conto corrente 2 intestato a Diocesi di Bergamo Caritas c/c postale

Iban: IT22S0760111100000011662244

Conto corrente 3 intestato a Fondazione Diakonia Onlus c/c postale

Iban: IT31A0760111100001048525214 (con detrazione fiscale)

Oppure sul sito https://dona.caritasbergamo.it/ 

Visita il sito https://www.caritas.it/emergenza-terremoto-in-turchia-e-siria/dove si possono trovare i comunicati stampa giornalieri.

Per questa emergenza non verranno raccolti vestiti e/o altri beni, poiché non è possibile garantirne il trasporto nelle zone terremotate.

Una forte scossa di terremoto di magnitudo 7,9 ha colpito, nel pieno della notte, alle 4:17, ora locale, del 6 febbraio scorso la zona al confine tra la Turchia e la Siria, con epicentro nel distretto Pazarcik di Kahramanmaras. Dopo il terremoto si sono verificate molteplici scosse di assestamento, tra cui una molto forte, di magnitudo 7,7 ed una ulteriore di magnitudo 6,4 il 21 febbraio. Oltre 46mila i morti accertati, drammatica anche la condizione dei sopravvissuti, che hanno ancora bisogno di tutto, alle prese con le difficoltà del reperimento di cibo e acqua, e per le condizioni climatiche non facili in molte zone montane.

RACCOMANDAZIONI

-Non effettuare raccolte di beni materiali. Entrambe le Caritas nazionali di Turchia e Siria hanno espressamente richiesto di non inviare beni dall’estero. Per le comunità italiane la forma di aiuto più opportuna resta la colletta in denaro.

-Sostenere tramite Caritas Italiana gli interventi che si stanno attivando in loco nei due paesi.

-Ogni eventuale richiesta da parte di realtà locali è importante sia segnalata e coordinata con Caritas Italiana, tenendo conto in ogni caso che al momento si raccomanda di non recarsi nei due Paesi.

-Al momento non viene richiesto l’invio sul posto di personale espatriato dall’Europa in aggiunta a quello già concordato con le rispettive Caritas nazionali. Disponibilità in tal senso vanno gestite opportunamente illustrando le difficoltà e le esigenze reali.

LA SITUAZIONE

La Turchia è uno dei luoghi a più alta pericolosità sismica del mondo perché si trova situata tra la linea di faglia dell’Anatolia settentrionale e la linea di faglia dell’Anatolia orientale. Su questa faglia dal 1901 sono stati registrati oltre 200 grandi terremoti.

Il bilancio è ancora in fase di stima e sembra destinato ad aggravarsi ancora, infatti le costruzioni cadute in macerie sono numerosissime: da interi complessi popolari a edifici di rilevanza storica, culturale e religiosa tra cui la Cattedrale cattolica dell’Annunciazione di İskenderun, di fine ‘800, sede del Vicariato di Anatolia. Danni ingenti sono stati rilevati negli uffici dell’adiacente Caritas.

Gli aeroporti e le autostrade del sud-est dell’Anatolia sono chiusi e la maggior parte degli ospedali è inagibile. Scuole e spazi pubblici sono stati chiusi.

Il terremoto ha impattato su una regione profondamente complessa e martoriata. Si tratta di una regione al centro di uno scontro geopolitico in atto ormai da più di un decennio, che vede la Turchia e la Siria come attori principali, uno contro l’altro, varie formazioni ribelli e terroristiche, nonché le autorità curde che amministrano il Rojava, ad est del fiume Eufrate, ma anche le formazioni curde in Turchia, che da decenni lottano per un loro riconoscimento.

Anche in Siria i danni sono apparsi sin da subito enormi, nelle città di Aleppo, Lattakia, Idlib, Hama, con centinaia di morti, dispersi e feriti, ed un numero imprecisato di sfollati (probabilmente decine di migliaia). Le numerose scosse seguite a quella principale rendono molto rischiosi i soccorsi. Chiaramente la  situazione è resa ancora più drammatica dalla condizione in cui versa il Paese: 12 anni di guerra che hanno   devastato l’economia, le istituzioni, le infrastrutture e la comunità, a cui si aggiunge una pesantissima crisi finanziaria. Più dell’80% della popolazione siriana vive in condizioni di povertà e nel Paese vi erano già più di 6 milioni di sfollati interni, causati dalla guerra, molti di essi stanziati proprio nell’area colpita dal terremoto. Un’area particolarmente fragile dove sono presenti ancora focolai di conflitto.

In tutta l’area colpita dal sisma le condizioni metereologiche con neve e temperature sotto lo zero, rendono  i soccorsi più complicati, acuendo la sofferenza e la paura della popolazione facendo temere per l’incolumità dei tantissimi sfollati.

 

IMPEGNO DI CARITAS ITALIANA

Caritas Italiana è impegnata in Turchia e Siria da molti anni in collaborazione con le rispettive Caritas nazionali.

In questa fase è in costante contatto con la rete Caritas internazionale. Grazie al contributo della Conferenza Episcopale Italiana è stato predisposto un primo stanziamento di fondi per il sostegno degli interventi.

Caritas Diocesana Bergamasca, sta raccogliendo fondi destinati a Caritas Italiana per sostenere gli interventi in favore delle popolazioni colpite dal terremoto in Turchia e Siria.