Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto (287 – Alessandria d’Egitto, 305) vergine e martire.
Il suo culto è diffuso in tutta Europa ed è venerata dalla Chiesa Cattolica, dalla Chiesa Ortodossa e, in generale, da tutte le Chiese Cristiane che ammettono la venerazione dei Santi.
Il suo corpo è oggetto di pia venerazione nel monastero sul monte Sinai.
La memoria liturgica di Santa Caterina nel 2003 è stata ripristinata dal Martirologio Romano dopo che dal 1969 la Chiesa la escluse, per i dubbi sulla sua esistenza storica, senza però proibirne il culto. Oggi la sua memoria liturgica è facoltativa, si celebra il 25 novembre. L’etimologia del nome Caterina deriva dal greco e significa donna pura. Gli emblemi di questa santa sono la ruota dentata, la palma del martirio, l’anello, gli abiti regali, la corona e il libro. E con tutti questi elementi viene raffigurata in numerosissime opere d’arte.
Santa Caterina d’Alessandria viene rappresentata con la corona in testa e vestita di abiti regali per sottolineare la sua origine principesca. La palma che tiene in mano indica il martirio. Il libro ricorda la sua sapienza e la sua funzione di protettrice degli studi e di alcune categorie sociali dedite all’insegnamento (insegnanti e Ordini religiosi come i Domenicani e gli Agostiniani). Infine viene rappresentata con una spada, l’arma che le tolse la vita, e la ruota dentata, lo strumento del martirio, elemento che lega la santa a numerose categorie di arti e mestieri che hanno a che fare con la ruota. Forse è questo l’elemento che unisce santa Caterina ai ceramisti, di cui è protettrice.
La sua ricorrenza è vissuta come la festa dei giovani. In Francia è patrona degli studenti di filosofia e di teologia e protettrice delle apprendiste sarte. Da Caterina di Alessandria deriva il termine francese catherinette (caterinetta) che in origine indicava una giovane donna da marito. La tradizione torinese, invece, indicava con il termine “caterinette” le giovani sartine e le modiste che svolgevano il loro apprendistato negli atelier della città, e che assai sovente diventavano oggetto dei corteggiamenti da parte degli studenti universitari.
Nella città di Ravenna il 25 novembre (Giorno di Santa Caterina d’Alessandria) è tradizione regalare dei biscotti a forma di bambola alle bambine, chiamate “Caterine”. Il corrispettivo per i maschietti è un biscotto a forma di galletto.
Le protezioni
Nell’iconografia Caterina ha diversi attributi, che sono: la ruota dentata, il libro che tiene in mano, su cui talvolta è scritto: Ego me Christo sponsam tradidi (mi sono data sposa a Cristo), la spada con la quale fu decapitata, l’anello delle sue nozze mistiche, la corona di principessa o anche di regina, la palma del martirio, il globo del firmamento o altri strumenti scientifici che indicano la sua sapienza.
Per il supplizio della ruota Santa Caterina protegge coloro che praticano quelle attività che hanno a che fare con ruote, congegni, ingranaggi.
Mugnai
Carrozzieri
Filatrici
Arrotini
Tornitori
Vasai
Per essere vissuta sola e indipendente protegge le donne che vivono sole e del proprio lavoro e in particolare:
Sarte e sartine
Crestaie
Caterinette
Domestiche
Le sartine e le crestaie per essere devote alla loro patrona Santa Caterina d’Alessandria furono dette caterinette. Questa era un tempo una categoria ben definita ed era costituita da donne che provvedevano direttamente al proprio mantenimento col lavoro. Spesso vivevano sole, ovvero avevano tale attività proprio perché non si sposavano.
Per lo sposalizio con Cristo protegge:
Donne nubili
Giovani che cercano marito
Per la sua grande dottrina per cui viene raffigurata con in mano un libro protegge:
Università
Scuole superiori
Biblioteche e bibliotecari
Studenti
Insegnanti
Filosofi
Giuristi
Per il taglio della testa dalla cui ferita sgorgò latte invece di sangue, protegge:
Balie
Puerpere e allattanti
Sofferenti d’emicrania
Per l’assistenza avuta dalla colomba in prigione protegge gli avicultori e quindi i prigionieri. Inoltre a lei si raccomandano barbieri e naufraghi, vermicellari (fabbricanti e venditori di pasta), linaioli, canepari (lavoranti della canapa), funai.
Il 25 novembre è stato scelto nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite come Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.
I proverbi
Caterina è presente nella tempimensura tradizionale come punto di riferimento della variazione stagionale, segnando un po’ l’inizio dell’inverno climatico. La sua vecchia festività portava il freddo e da lì in poi non ci si poteva illudere, anche se era concessa l’ultima bella giornata serena. Di conseguenza era il momento di riattivare i sistemi di riscaldamento: camini, caminetti, bracieri, caldani, perché da un momento all’altro può arrivare la brina, la neve, la tramontana. Le giornate sono sensibilmente più corte e comincia la raccolta delle olive. Un tempo si mettevano a ingrassare le oche.
S. Caterina
tira fuori la fascina.
La festa è il 25 novembre. Il freddo non si vince che col fuoco. La fascina è il fastello di legna leggera: rami spogli di piante e arbusti di bosco che servono per avviare il fuoco oppure per fare una bella fiammata.
Per S. Caterina
o neve o brina.
Per Santa Caterina
manicotto e cassettina.
Il manicotto è una sorta di tubo ovattato o di pelliccia nel quale s’infilavano le mani per tenerle calde durante la stagione fredda; la cassettina, col manico, fatta di metallo (ottone), conteneva brace ardente, coperta di cenere ed era usata dalle donne per scaldarsi, sedendo in casa a lavorare.
Per S. Caterina
la neve alla collina.
Non più sul monte, ma è scesa anche a basso.
Santa Caterina
la neve s’avvicina.
Santa Caterina è vestita di bianco. Di solito si affaccia la neve.
Per Santa Caterina
si coglie l’oliva.
Novembre e dicembre sono i mesi della raccolta delle olive.
Per Santa Caterina
le giornate s’accorciano d’un passo di gallina.
Si riduce il tempo del dì rispetto a quello della notte e il giorno di Santa Caterina registrerebbe un’ulteriore piccola riduzione del periodo di luce. Un passo di gallina indica un frammento brevissimo di tempo.
Per Santa Caterina
le bestie alla cascina.
Rientrano le bestie dai pascoli e rimangono nella stalla.
Come Caterina caterineggia
Natale nataleggia.
La festa cade esattamente un mese prima di Natale. Si pensa che il tempo che fa in tale giorno per la festa della Santa, fa anche nel giorno di Natale. I verbi sono formati sui sostantivi, come fanno spesso i proverbi.
L’estate di Santa Caterina
dura dalla sera alla mattina.
Si vuole che intorno a questo giorno la Santa mandi una giornata di sereno e di aria tiepida prima dei rigori invernali. Un fenomeno quello che si vuole per San Martino, ma meno vistoso.
Chi vuole un’oca fina
la metta a ingrassare a Santa Caterina.
Si usava mettere all’ingrasso intensivo fin da questo periodo le oche per salarle a S. Lucia (13 dicembre), e anche averle pronte alle feste natalizie.
I biscotti di Ravenna per la Festa di S. Caterina