Il giorno 25 di novembre è dedicato alla nostra Patrona, santa Caterina di Alessandria.
Secondo la tradizione, sarebbe stata una giovane di Alessandria d’Egitto, di nobile famiglia, di grande bellezza e di notevole cultura.
Nel 305 l’imperatore romano (Massenzio, ma più verosimilmente Massimino Daia), nel corso di festeggiamenti nella città egizia, avrebbe conosciuto la giovane, che in tale occasione avrebbe rifiutato di sacrificare alle divinità pagane e, anzi, avrebbe chiesto all’imperatore di riconoscere Gesù Cristo come redentore, argomentando le sue tesi con grande profondità filosofica.
L’imperatore, colpito dalla bellezza e dall’intelligenza della ragazza, avrebbe convocato un gruppo di retori che la convincessero a rinnegare la sua fede, e contemporaneamente l’avrebbe chiesta in sposa. Caterina, però, avrebbe convertito tutti questi dotti al Cristianesimo. L’imperatore, indispettito da questo fatto e ancor più dalle ripulse della giovane, l’avrebbe condannata al supplizio della ruota dentata. Tale arnese di morte si sarebbe però infranto prodigiosamente, dopodiché la fanciulla sarebbe stata decapitata. Un’altra leggenda narra che alcuni angeli avrebbero trasportato il suo corpo sul monte Sinai, dove effettivamente un monastero ortodosso è dedicato a santa Caterina.
Appare piuttosto strano che le leggende in questione non siano precedenti al VI secolo, e che il nome di Caterina non compaia nei vari Acta martyrum, tant’è che la Chiesa cattolica l’ha esclusa dal martirologio dal 1962 al 2002, senza tuttavia proibirne la venerazione. Dal 2003, però, la santa è stata reinserita tra i martiri da Papa Giovanni Paolo II.
Lascia piuttosto perplessi, in effetti, che un culto così diffuso sia frutto di una pia leggenda, se si considera che solo in Italia sono più di quaranta i comuni che venerano Caterina d’Alessandria come patrona, senza contare varie frazioni, il sovrano ordine di Malta e varie facoltà giuridiche di università italiane.
Nella nostra Chiesa Parrocchiale sono numerose le opere dedicate alla santa, di vari periodi e di diversi autori. Le tre più visibili sono disposte nel coro: dietro l’altare maggiore spicca un olio su tela di grandi dimensioni (cm. 350 x 450) che raffigura il martirio della santa, opera di Francesco Fontebasso (1709-1768).